Lo statuto e l’alfabeto: un’invenzione notarile per la Mercanzia (1377)
Sinossi
Lo Statuto della Mercanzia del 1377, tramandato dal manoscritto del Collegio segnato ii, cc. 45r-53v, è composto di 28 capitoli ovvero “rubriche”; i primi due danno conto delle deliberazioni prese dall’assemblea, gli altri 26 iniziano ciascuno con una lettera dell’alfabeto, nella progressione che s’imparava (e s’impara) a scuola: A B C eccetera. C’è il K ma non il J, che non esisteva come lettera autonoma; non c’è la V, che coincideva con la U (tant’è vero che quel capitolo inizia con la parola Volumus); ci sono la X e la Y ma non la W, e siamo a 23; i tre ultimi capitoli hanno come capolettera i segni abbreviativi ricorrenti nella scrittura dell’epoca: et, con e rum. La spettacolare invenzione si deve, questo il parere dell’autore, al notaio Massarello di Pellolo, allora notaio della Mercanzia. Il quale così rivela alcuni tratti caratteristici della cultura notarile di allora.
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Statuto; alfabeto; notai
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